Parkinson a 360°

Tutto quello che c’è da sapere

Una delle domande che un possibile Parkinsoniano o una persona diagnosticata recentemente di Parkinson si fa più spesso è: come si presenta la malattia di Parkinson, e quali sono i sintomi? Molti associano il Parkinson con tremore e vecchiaia, ma questi sono falsi miti che bisogna sfatare. Prima di tutto perchè ci sono moltissime forme di Parkinson senza tremore, e i sintomi che si possono presentare sono veramente tanti e vari, e in più il Parkinson puo’ essere diagnosticato anche a soggetti molto giovani, addirituttura nei 20 anni.

Quindi, quali sono i segnali a cui bisogna fare attenzione? Quali sono i sintomi più o meno frequenti? E c’è qualcosa che si può fare per contrastarli e rallentarne il progresso? Troverete una risposta a tutte le domande in questo articolo.

Non sono solo i farmaci a cambiare la vita di una persona depressa, ma c’è bisogno che tutti i quattro elementi
abbiano lo stesso peso.

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva, non curabile, caratterizzata da sintomi motori (tra cui tremori, rigidità, lentezza dei movimenti, difficoltà a camminare,) e sintomi non motori (tra cui difficoltà della memoria, ansia, depressione, apatia). I sintomi peggiorano progressivamente nel tempo.

La malattia di Parkinson è subdola perché si presenta con questi sintomi comuni ad altre malattie e questo ritarda spesso la diagnosi corretta.

Poiché la causa dei sintomi è la riduzione della produzione di dopamina nell’organismo di chi ha la malattia ad un tasso maggiore rispetto alle persone non malate, questi anni di terapia persi fanno sì che quando la malattia viene riconosciuta i sintomi sono già invalidanti per la persona.

Un altro aspetto anch’esso subdolo della malattia è che ogni persona ha un mix diverso dei molteplici effetti della malattia: ognuno ha un suo Parkinson.

Nel tempo, la ricerca ha inoltre classificato tre categorie diverse ed identificabili di malattie che “sembrano” Parkinson ma non lo sono:

  1. Sindrome di Parkinson: la condizione classica, che chiamiamo solitamente “malattia di Parkinson”, che ha sintomi comuni, ma con un mix che varia fortemente da paziente a paziente
  2. Parkinsonismo: i sintomi ricalcano quelli tradizionali del Parkinson ma non si riscontra la mancanza di dopamina nell’individuo ; appartiene a questa categoria la sindrome delle “mani tremanti” (shaking hand syndrome) e il cosiddetto Parkinson Vascolare.
  3. Parkinsonismi Atipici o parkinsonismi PLUS: hanno sintomi totalmente diversi da quelli comuni della malattia, che non rispondono ai farmaci e hanno un decorso veloce ed ad alto tasso di mortalità. Appartengono a questa categoria:
    • la paralisi sopranucleare progressiva (o malattia di Steele-Richardson-Olszewski) PSP;
    • l’atrofia multisistemica MSA;
    • la degenerazione corticobasale CBD;
    • la demenza con corpi di Lewy.

Si stima che nel 2015 le persone con la sindrome di Parkinson siano 6,2 milioni, sono più colpiti i maschi, normalmente la malattia compare dopo i 60 anni. Tuttavia il numero di giovani colpiti dal Parkinson prima dei 50 anni è arrivato al 10% del totale dei malati ed il tasso di crescita sta crescendo molto rapidamente.

Un po’ di storia della medicina: gli studi per la malattia di parkinson

James Parkinson

James Parkinson

In estrema sintesi, si può dire che la malattia di Parkinson ed i suoi sintomi derivano da un’attività molto ridotta delle cellule che producono la dopamina, determinandone la carenza.

Questa scarsità di dopamina compromette il normale funzionamento dei circuiti neurologici che vengono attivati da questo neurotrasmettitore, tra questi i circuiti dell’attenzione, dell’apprendimento e soprattutto del movimento.

Quindi, in realtà, il tremore non è il primo e nemmeno il più grave dei sintomi del Parkinson, ma analizziamo piu’ in dettaglio che altri sintomi si possono riscontrare nella sezione seguente.

In estrema sintesi, si può dire che la malattia di Parkinson ed i suoi sintomi derivano da un’attività molto ridotta delle cellule che producono la dopamina, determinandone la carenza.

Questa scarsità di dopamina compromette il normale funzionamento dei circuiti neurologici che vengono attivati da questo neurotrasmettitore, tra questi i circuiti dell’attenzione, dell’apprendimento e soprattutto del movimento.

Quindi, in realtà, il tremore non è il primo e nemmeno il più grave dei sintomi del Parkinson, ma analizziamo piu’ in dettaglio che altri sintomi si possono riscontrare nelle sezioni seguenti.

Leggi di più su “Cosa è la malattia di Parkinson?” cliccando su questo articolo >

In questa sezione parleremo di quali sono i sintomi del parkinson, in tutte le categorie viste nel paragrafo precedente, dai sintomi piu’ comuni a quelli meno conosciuti.

I sintomi della sindrome classica (malattia di Parkinson)

Iniziamo questo viaggio con i sintomi della forma “classica” della malattia, quella che chiamiamo “malattia di Parkinson”.

La prima distinzione è tra sintomi motori e sintomi non motori; ogni paziente manifesta una combinazione sua specifica, e diversa da tutti gli altri pazienti.

SINTOMI MOTORI:
  • perdita di agilità e rigidità muscolare che si presenta spesso come dolore al braccio o al piede, postura flessa del gomito, della mano o della gamba
  • lentezza dei movimenti (bradicinesia);
  • cessazione o riduzione dei movimenti (acinesia);
  • tremore: può interessare la mano o il piede (più frequentemente) a riposo, e tende a scomparire durante l’esecuzione di una azione
  • problemi di equilibrio e di coordinazione;
  • problemi nella camminata: postura, passi accorciati, mancato movimento del braccio, blocco improvviso (freezing);
  • perdita di forza muscolare, crampi;
  • Sindrome di Pisa (flessione laterale del tronco);
SINTOMI NON MOTORI:

sono molti ma spesso non riconosciuti, sottovalutati, non curati specificatamente, e per questo portano ad un peggioramento della qualità della vita dei pazienti:

  • perdita dell’olfatto (iposmia);
  • stanchezza generalizzata;
  • tensione, dolori muscolari, crampi;
  • disturbi del sonno, che si possono schematicamente classificare in tre differenti categorie:
    1. disturbi specifici che si manifestano durante il sonno notturno (parasonnie)
    2. riduzione del sonno notturno (insonnia)
    3. sonnolenza diurna.

Alle alterazioni specifiche del sonno appartengono:

  • ipersensibilità allo stress;
  • disturbi della sudorazione: sia un eccesso di sudorazione (iperidrosi) sia una riduzione anomala della sudorazione (ipoidrosi);
  • abbassamento della voce;
  • eccessiva salivazione (scialorrea);
  • stipsi, dovuta alla lentezza del transito nell’intestino;
  • reflusso acido, per la difficoltà a smaltire correttamente il cibo dallo stomaco;
  • problemi a urinare: si può trattare di necessità della minzione non appena si sente lo stimolo, oppure la sensazione di non avere svuotato del tutto la vescica, oppure la necessità di urinare più volte di notte (nicturia);
  • disturbi della funzione sessuale: comprendono disfunzione erettile (raggiungere e mantenere l’erezione) e problemi di eiaculazione nei pazienti di sesso maschile, e perdita di lubrificazione e minzione involontaria durante il sesso nelle pazienti di sesso femminile;
  • difficoltà a scrivere e/o mantenere la calligrafia leggibile (micrografia);
  • ansia, paura;
  • depressione;
  • apatia;

Altri sintomi del Parkinson meno comuni

  • Disturbi della vista quali offuscamento visivo, ridotta sensibilità al contrasto ed ai colori, diplopia (sdoppiamento), difficoltà alla lettura e faticabilità visiva;
  • Disturbi della pressione sanguigna;
  • Disturbi della defecazione, soprattutto lo sforzo eccessivo richiesto e lo svuotamento incompleto per l’incapacità dei muscoli sfinteri a rilassarsi in maniera coordinata;
  • Psicosi: i sintomi lievi sono le “illusioni non fastidiose” come vedere qualcosa in un angolo dell’occhio senza che sia effettivamente reale; possono poi evolvere nelle vere allucinazioni visive e, con minore frequenza, allucinazioni uditive. Molto più pericolose sono illusioni o false credenze fisse (paranoie), ad esempio su infedeltà coniugali, complotti di cui si è vittime, ecc.

Nelle fasi iniziali di psicosi, i pazienti sono consapevoli dei loro sintomi, ma ciò diminuisce nel tempo fino ad alterare la cognizione della realtà ed i malati sono più in grado di distinguere le esperienze soggettive personali dalla realtà del mondo esterno.

  • DCI – disturbi da controllo degli impulsi: si tratta della sudditanza a comportamenti ludici che assumono carattere patologico poiché comportano spreco di tempo, risorse e soprattutto denaro. I DCI più frequenti e noti sono il gioco d’azzardo patologico (gratta e vinci, slot machine, etc…), lo shopping compulsivo, l’iperfagia o binge eating (attacchi di fame compulsiva, spesso notturna) e l’ipersessualità (eccessivo appetito sessuale). I DCI sono generalmente più frequenti nei maschi e rispondono a consuetudini psico-sociali: i maschi prediligono gioco d’azzardo e ipersessualità, le donne shopping compulsivo e iperfagia.
  • Punding, ovvero un comportamento compulsivo con forte attrazione per i compiti ripetitivi, meccanici, come ad es. montare e smontare elettrodomestici o altri apparecchi elettronici, aggiustare arnesi in casa o dedicarsi al giardinaggio. Il carattere patologico è che queste attività sono assolutamente non necessarie o afinalistiche; inoltre, il soggetto è preda di queste azioni e non riesce a staccarsene, nemmeno per mangiare o prendere le medicine. Alcuni pazienti descrivono queste attività come calmanti e possono manifestare forte irritazione se interrotti. Nel corso di queste attività, i pazienti sono molto agitati.

I sintomi del Parkinson precoce sono  simili a quelli del morbo di Parkinson “comune”, ma i giovani affrontano situazioni più debilitanti:

  • difficoltà della diagnosi: a malattia di Parkinson è ritenuta ancora una malattia dell’anziano e, di conseguenza, spesso i sintomi nei giovani non vengono riconosciuti e la diagnosi corretta avviene anche dopo anni quando la malattia è già progredita e ha già debilitato il paziente;
  • sintomi psicologici e psichiatrici che derivano dalla situazione sociale del paziente: le persone giovani hanno spesso una famiglia da sostenere, bambini piccoli, mutui da pagare, lavoro impegnativo, ecc.; la reazione alla diagnosi di Parkinson è l’aumento dell’ansia, paura del futuro, depressione, perdita di autostima, con il rischio di un crollo psicofisico e la messa a rischio del matrimonio, della famiglia, dei legami amicali e sociali in genere.

I sintomi del Parkinson negli anziani seguono maggiormente la mappa “classica” della sintomatologia parkinsoniana con un forte accento sul tremore a riposo, la rigidità, la bradicinesia, l’instabilità posturale con

compromissione dell’andatura e difficoltà a camminare, movimento ridotto dei muscoli facciali con marcata fissità dell’espressione, denominata “faccia da poker”.

Inoltre, i sintomi del Parkinson negli anziani tendono a confondersi con altre situazioni degenerative legate all’età, soprattutto di tipo cognitivo con la demenza senile e l’Alzahimer ma anche con disturbi dell’apparato gastrointestinale e delle vie urinarie.

La malattia di Parkinson non è una malattia ereditaria, ad eccezione di casi molto particolari e selezionati. Alcune persone hanno mutazioni genetiche che li predispongono alla malattia, ma ciò non è sufficiente per causarla; i sintomi si scatenano a causa dell’esposizione a fattori ambientali incontrati durante la vita. Questa teoria è avvalorata dalla presenza discordante della malattia nei gemelli monozigoti (ovvero aventi un patrimonio genetico identico): non sempre avviene che entrambi sviluppano la malattia.

Detto questo, i sintomi del Parkinson ereditario non sono differenti da quelli degli altri malati con la sindrome e quindi corrispondono a quelli analizzati nei paragrafi precedenti.

I sintomi del parkinson vascolare

Per parkinsonismo vascolare s’intende un quadro clinico con sintomi  parkinsoniani che non derivano da carenza di dopamina ma da fattori vascolari a livello celebrale (es. ictus).

Leggi di più su cosa é e i sintomi del Parkinsonismo Vascolare cliccando su questo articolo >

I sintomi del Parkinsonismo secondario

Anche il parkinsonismo secondario si presenta con i medesimi sintomi del morbo di Parkinson anche se in questo caso hanno una causa diversa dalla carenza di dopamina poiché sono normalmente la conseguenza di disturbi o lesioni cerebrali, di assunzione di alcuni farmaci o tossine

I Sintomi dei Parkinsonismi Atipici

Questo gruppo eterogeneo di malattie erano denominate un tempo Parkinson-plus per la presenza di un sintomo o segno ulteriore rispetto alla malattia di Parkinson.

  • Paralisi sopranucleare progressiva (PSP):0rvosi (come definito dal nome), per esempio il sistema extrapiramidale (classicamente coinvolto nella malattia di Parkinson), segni di sofferenza del cervelletto che causano disturbi dell’equilibrio e della coordinazione motoria.
  • Atrofia multisistemica (MSA): E’ caratterizzata dall’interessamento di più sistemi nervosi (come definito dal nome)
  • Degenerazione Conticobasale CBD: presenta un parkinsonismo asimmetrico, pervalentemente con disturbi del movimento
  • Demenza con corpi di Lewy: è una rara malattia neurodegenerativa, a causa sconosciuta, che si manifesta con un progressivo declino delle funzioni cognitive, in grado di interferire con le attività sociali e occupazionali del soggetto, e da segni/sintomi di parkinsonismo.

Come abbiamo potuto verificare dalla lettura dei paragrafi precedenti, i sintomi del Parkinson sono molteplici e derivano da molteplici cause, si incrociano e sovrappongono minando profondamente la salute del corpo e della mente della persona colpita dalla malattia. Di fronte a danni provocati a 360° nella vita del paziente e della sua famiglia, per ridurre i sintomi del Parkinson non può bastare una sola cura, ma è indispensabile una terapia multilivello che si occupi a 360° della salute del malato per contrastare la malattia ovunque si manifesti.

L’importanza dell’attività fisica è ormai nota ed è ormai scientificamente accettato che debba essere fatta ogni giorno per produrre e mantenere i risultati. Regolarità è meglio di quantità!

E’ importante accettare la malattia e con essa che la vita cambia, ma chi dice che non siamo in grado di decidere come dovrebbe cambiare? Se scegliamo di fare meno, ma al tempo stesso anche di fare più spesso quello che ci fa felici, allora la qualità della nostra vita verrà mantenuta. Non confondiamo la quantità con a qualità della vita.

Spesso questa è la prima domanda che ti chiedi e non c’è una risposta facile. Ma la domanda più importante è: “Come posso rendere la mia vita piena, ora che so che sono io”. Spesso, nei primi anni, i pazienti evitano di parlare apertamente del Parkinson ed evitano anche la terapia ospedaliera. Vogliamo che per il tempo che starai con noi tu ti senta un gradito ospite con il quale parleremo apertamente su come vivere una vita piena anche con il Parkinson.

L’attore Michael J Fox è in prima linea nella lotta contro il Parkinson, egli convive con il Parkinson da oltre 20 anni e nel suo libro “Le avventure di un inguaribile ottimista, Always looking up” mostra come la presa di coscienza della malattia e l’accettazione che “sì sei tu”, sono i primi passi sulla strada per ottenere una vita migliore.

Il protocollo Re.Gen. usa il metodo ACMA.

Il primo passo è quello di ACCETTARE la malattia, il  che significa accettare qualcosa che non si vuole ma, proprio come l’invecchiamento, la malattia è un dato di fatto. Accettare la malattia e non nasconderla nemmeno a noi stessi  è indispensabile per voler combatterla.

COMPRENDERE come agisce il Parkinson in noi ci rende più forti per combatterlo, così come aver riscontrato che con il nostro comportamento possiamo influenzarne la progressione e i sintomi.

Solo se accettiamo e comprendiamo possiamo essere MOTIVATI a combattere la malattia, a difenderci da lei.

Accettare, comprendere ed essere motivati ci porta quindi all’AZIONE  contro il parkinson, azione che sarà tanto più efficace quanto più avremo imparato a sovrapporre quello che dobbiamo fare con quello che ci piace fare (dobbiamo creare e mantenere dopamina attraverso la nostra felicità) .

Info Utili per te

Parkinson a 360°

Tutto quello che c’è da sapere

Una delle domande che un possibile Parkinsoniano o una persona diagnosticata recentemente di Parkinson si fa più spesso è: come si presenta la malattia di Parkinson, e quali sono i sintomi? Molti associano il Parkinson con tremore e vecchiaia, ma questi sono falsi miti che bisogna sfatare. Prima di tutto perchè ci sono moltissime forme di Parkinson senza tremore, e i sintomi che si possono presentare sono veramente tanti e vari, e in più il Parkinson puo’ essere diagnosticato anche a soggetti molto giovani, addirituttura nei 20 anni.

Quindi, quali sono i segnali a cui bisogna fare attenzione? Quali sono i sintomi più o meno frequenti? E c’è qualcosa che si può fare per contrastarli e rallentarne il progresso? Troverete una risposta a tutte le domande in questo articolo.

Non sono solo i farmaci a cambiare la vita di una persona depressa, ma c’è bisogno che tutti i quattro elementi
abbiano lo stesso peso.

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva, non curabile, caratterizzata da sintomi motori (tra cui tremori, rigidità, lentezza dei movimenti, difficoltà a camminare,) e sintomi non motori (tra cui difficoltà della memoria, ansia, depressione, apatia). I sintomi peggiorano progressivamente nel tempo.

La malattia di Parkinson è subdola perché si presenta con questi sintomi comuni ad altre malattie e questo ritarda spesso la diagnosi corretta.

Poiché la causa dei sintomi è la riduzione della produzione di dopamina nell’organismo di chi ha la malattia ad un tasso maggiore rispetto alle persone non malate, questi anni di terapia persi fanno sì che quando la malattia viene riconosciuta i sintomi sono già invalidanti per la persona.

Un altro aspetto anch’esso subdolo della malattia è che ogni persona ha un mix diverso dei molteplici effetti della malattia: ognuno ha un suo Parkinson.

Nel tempo, la ricerca ha inoltre classificato tre categorie diverse ed identificabili di malattie che “sembrano” Parkinson ma non lo sono:

  1. Sindrome di Parkinson: la condizione classica, che chiamiamo solitamente “malattia di Parkinson”, che ha sintomi comuni, ma con un mix che varia fortemente da paziente a paziente
  2. Parkinsonismo: i sintomi ricalcano quelli tradizionali del Parkinson ma non si riscontra la mancanza di dopamina nell’individuo ; appartiene a questa categoria la sindrome delle “mani tremanti” (shaking hand syndrome) e il cosiddetto Parkinson Vascolare.
  3. Parkinsonismi Atipici o parkinsonismi PLUS: hanno sintomi totalmente diversi da quelli comuni della malattia, che non rispondono ai farmaci e hanno un decorso veloce ed ad alto tasso di mortalità. Appartengono a questa categoria:
    • la paralisi sopranucleare progressiva (o malattia di Steele-Richardson-Olszewski) PSP;
    • l’atrofia multisistemica MSA;
    • la degenerazione corticobasale CBD;
    • la demenza con corpi di Lewy.

Si stima che nel 2015 le persone con la sindrome di Parkinson siano 6,2 milioni, sono più colpiti i maschi, normalmente la malattia compare dopo i 60 anni. Tuttavia il numero di giovani colpiti dal Parkinson prima dei 50 anni è arrivato al 10% del totale dei malati ed il tasso di crescita sta crescendo molto rapidamente.

Un po’ di storia della medicina: gli studi per la malattia di parkinson

James Parkinson

James Parkinson

In estrema sintesi, si può dire che la malattia di Parkinson ed i suoi sintomi derivano da un’attività molto ridotta delle cellule che producono la dopamina, determinandone la carenza.

Questa scarsità di dopamina compromette il normale funzionamento dei circuiti neurologici che vengono attivati da questo neurotrasmettitore, tra questi i circuiti dell’attenzione, dell’apprendimento e soprattutto del movimento.

Quindi, in realtà, il tremore non è il primo e nemmeno il più grave dei sintomi del Parkinson, ma analizziamo piu’ in dettaglio che altri sintomi si possono riscontrare nella sezione seguente.

In estrema sintesi, si può dire che la malattia di Parkinson ed i suoi sintomi derivano da un’attività molto ridotta delle cellule che producono la dopamina, determinandone la carenza.

Questa scarsità di dopamina compromette il normale funzionamento dei circuiti neurologici che vengono attivati da questo neurotrasmettitore, tra questi i circuiti dell’attenzione, dell’apprendimento e soprattutto del movimento.

Quindi, in realtà, il tremore non è il primo e nemmeno il più grave dei sintomi del Parkinson, ma analizziamo piu’ in dettaglio che altri sintomi si possono riscontrare nelle sezioni seguenti.

Leggi di più su “Cosa è la malattia di Parkinson?” cliccando su questo articolo >

In questa sezione parleremo di quali sono i sintomi del parkinson, in tutte le categorie viste nel paragrafo precedente, dai sintomi piu’ comuni a quelli meno conosciuti.

I sintomi della sindrome classica (malattia di Parkinson)

Iniziamo questo viaggio con i sintomi della forma “classica” della malattia, quella che chiamiamo “malattia di Parkinson”.

La prima distinzione è tra sintomi motori e sintomi non motori; ogni paziente manifesta una combinazione sua specifica, e diversa da tutti gli altri pazienti.

SINTOMI MOTORI:
  • perdita di agilità e rigidità muscolare che si presenta spesso come dolore al braccio o al piede, postura flessa del gomito, della mano o della gamba
  • lentezza dei movimenti (bradicinesia);
  • cessazione o riduzione dei movimenti (acinesia);
  • tremore: può interessare la mano o il piede (più frequentemente) a riposo, e tende a scomparire durante l’esecuzione di una azione
  • problemi di equilibrio e di coordinazione;
  • problemi nella camminata: postura, passi accorciati, mancato movimento del braccio, blocco improvviso (freezing);
  • perdita di forza muscolare, crampi;
  • Sindrome di Pisa (flessione laterale del tronco);
SINTOMI NON MOTORI:

sono molti ma spesso non riconosciuti, sottovalutati, non curati specificatamente, e per questo portano ad un peggioramento della qualità della vita dei pazienti:

  • perdita dell’olfatto (iposmia);
  • stanchezza generalizzata;
  • tensione, dolori muscolari, crampi;
  • disturbi del sonno, che si possono schematicamente classificare in tre differenti categorie:
    1. disturbi specifici che si manifestano durante il sonno notturno (parasonnie)
    2. riduzione del sonno notturno (insonnia)
    3. sonnolenza diurna.

Alle alterazioni specifiche del sonno appartengono:

  • ipersensibilità allo stress;
  • disturbi della sudorazione: sia un eccesso di sudorazione (iperidrosi) sia una riduzione anomala della sudorazione (ipoidrosi);
  • abbassamento della voce;
  • eccessiva salivazione (scialorrea);
  • stipsi, dovuta alla lentezza del transito nell’intestino;
  • reflusso acido, per la difficoltà a smaltire correttamente il cibo dallo stomaco;
  • problemi a urinare: si può trattare di necessità della minzione non appena si sente lo stimolo, oppure la sensazione di non avere svuotato del tutto la vescica, oppure la necessità di urinare più volte di notte (nicturia);
  • disturbi della funzione sessuale: comprendono disfunzione erettile (raggiungere e mantenere l’erezione) e problemi di eiaculazione nei pazienti di sesso maschile, e perdita di lubrificazione e minzione involontaria durante il sesso nelle pazienti di sesso femminile;
  • difficoltà a scrivere e/o mantenere la calligrafia leggibile (micrografia);
  • ansia, paura;
  • depressione;
  • apatia;

Altri sintomi del Parkinson meno comuni

  • Disturbi della vista quali offuscamento visivo, ridotta sensibilità al contrasto ed ai colori, diplopia (sdoppiamento), difficoltà alla lettura e faticabilità visiva;
  • Disturbi della pressione sanguigna;
  • Disturbi della defecazione, soprattutto lo sforzo eccessivo richiesto e lo svuotamento incompleto per l’incapacità dei muscoli sfinteri a rilassarsi in maniera coordinata;
  • Psicosi: i sintomi lievi sono le “illusioni non fastidiose” come vedere qualcosa in un angolo dell’occhio senza che sia effettivamente reale; possono poi evolvere nelle vere allucinazioni visive e, con minore frequenza, allucinazioni uditive. Molto più pericolose sono illusioni o false credenze fisse (paranoie), ad esempio su infedeltà coniugali, complotti di cui si è vittime, ecc.

Nelle fasi iniziali di psicosi, i pazienti sono consapevoli dei loro sintomi, ma ciò diminuisce nel tempo fino ad alterare la cognizione della realtà ed i malati sono più in grado di distinguere le esperienze soggettive personali dalla realtà del mondo esterno.

  • DCI – disturbi da controllo degli impulsi: si tratta della sudditanza a comportamenti ludici che assumono carattere patologico poiché comportano spreco di tempo, risorse e soprattutto denaro. I DCI più frequenti e noti sono il gioco d’azzardo patologico (gratta e vinci, slot machine, etc…), lo shopping compulsivo, l’iperfagia o binge eating (attacchi di fame compulsiva, spesso notturna) e l’ipersessualità (eccessivo appetito sessuale). I DCI sono generalmente più frequenti nei maschi e rispondono a consuetudini psico-sociali: i maschi prediligono gioco d’azzardo e ipersessualità, le donne shopping compulsivo e iperfagia.
  • Punding, ovvero un comportamento compulsivo con forte attrazione per i compiti ripetitivi, meccanici, come ad es. montare e smontare elettrodomestici o altri apparecchi elettronici, aggiustare arnesi in casa o dedicarsi al giardinaggio. Il carattere patologico è che queste attività sono assolutamente non necessarie o afinalistiche; inoltre, il soggetto è preda di queste azioni e non riesce a staccarsene, nemmeno per mangiare o prendere le medicine. Alcuni pazienti descrivono queste attività come calmanti e possono manifestare forte irritazione se interrotti. Nel corso di queste attività, i pazienti sono molto agitati.

I sintomi del Parkinson precoce sono  simili a quelli del morbo di Parkinson “comune”, ma i giovani affrontano situazioni più debilitanti:

  • difficoltà della diagnosi: a malattia di Parkinson è ritenuta ancora una malattia dell’anziano e, di conseguenza, spesso i sintomi nei giovani non vengono riconosciuti e la diagnosi corretta avviene anche dopo anni quando la malattia è già progredita e ha già debilitato il paziente;
  • sintomi psicologici e psichiatrici che derivano dalla situazione sociale del paziente: le persone giovani hanno spesso una famiglia da sostenere, bambini piccoli, mutui da pagare, lavoro impegnativo, ecc.; la reazione alla diagnosi di Parkinson è l’aumento dell’ansia, paura del futuro, depressione, perdita di autostima, con il rischio di un crollo psicofisico e la messa a rischio del matrimonio, della famiglia, dei legami amicali e sociali in genere.

I sintomi del Parkinson negli anziani seguono maggiormente la mappa “classica” della sintomatologia parkinsoniana con un forte accento sul tremore a riposo, la rigidità, la bradicinesia, l’instabilità posturale con

compromissione dell’andatura e difficoltà a camminare, movimento ridotto dei muscoli facciali con marcata fissità dell’espressione, denominata “faccia da poker”.

Inoltre, i sintomi del Parkinson negli anziani tendono a confondersi con altre situazioni degenerative legate all’età, soprattutto di tipo cognitivo con la demenza senile e l’Alzahimer ma anche con disturbi dell’apparato gastrointestinale e delle vie urinarie.

La malattia di Parkinson non è una malattia ereditaria, ad eccezione di casi molto particolari e selezionati. Alcune persone hanno mutazioni genetiche che li predispongono alla malattia, ma ciò non è sufficiente per causarla; i sintomi si scatenano a causa dell’esposizione a fattori ambientali incontrati durante la vita. Questa teoria è avvalorata dalla presenza discordante della malattia nei gemelli monozigoti (ovvero aventi un patrimonio genetico identico): non sempre avviene che entrambi sviluppano la malattia.

Detto questo, i sintomi del Parkinson ereditario non sono differenti da quelli degli altri malati con la sindrome e quindi corrispondono a quelli analizzati nei paragrafi precedenti.

I sintomi del parkinson vascolare

Per parkinsonismo vascolare s’intende un quadro clinico con sintomi  parkinsoniani che non derivano da carenza di dopamina ma da fattori vascolari a livello celebrale (es. ictus).

Leggi di più su cosa é e i sintomi del Parkinsonismo Vascolare cliccando su questo articolo >

I sintomi del Parkinsonismo secondario

Anche il parkinsonismo secondario si presenta con i medesimi sintomi del morbo di Parkinson anche se in questo caso hanno una causa diversa dalla carenza di dopamina poiché sono normalmente la conseguenza di disturbi o lesioni cerebrali, di assunzione di alcuni farmaci o tossine

I Sintomi dei Parkinsonismi Atipici

Questo gruppo eterogeneo di malattie erano denominate un tempo Parkinson-plus per la presenza di un sintomo o segno ulteriore rispetto alla malattia di Parkinson.

  • Paralisi sopranucleare progressiva (PSP):0rvosi (come definito dal nome), per esempio il sistema extrapiramidale (classicamente coinvolto nella malattia di Parkinson), segni di sofferenza del cervelletto che causano disturbi dell’equilibrio e della coordinazione motoria.
  • Atrofia multisistemica (MSA): E’ caratterizzata dall’interessamento di più sistemi nervosi (come definito dal nome)
  • Degenerazione Conticobasale CBD: presenta un parkinsonismo asimmetrico, pervalentemente con disturbi del movimento
  • Demenza con corpi di Lewy: è una rara malattia neurodegenerativa, a causa sconosciuta, che si manifesta con un progressivo declino delle funzioni cognitive, in grado di interferire con le attività sociali e occupazionali del soggetto, e da segni/sintomi di parkinsonismo.

Come abbiamo potuto verificare dalla lettura dei paragrafi precedenti, i sintomi del Parkinson sono molteplici e derivano da molteplici cause, si incrociano e sovrappongono minando profondamente la salute del corpo e della mente della persona colpita dalla malattia. Di fronte a danni provocati a 360° nella vita del paziente e della sua famiglia, per ridurre i sintomi del Parkinson non può bastare una sola cura, ma è indispensabile una terapia multilivello che si occupi a 360° della salute del malato per contrastare la malattia ovunque si manifesti.

L’importanza dell’attività fisica è ormai nota ed è ormai scientificamente accettato che debba essere fatta ogni giorno per produrre e mantenere i risultati. Regolarità è meglio di quantità!

E’ importante accettare la malattia e con essa che la vita cambia, ma chi dice che non siamo in grado di decidere come dovrebbe cambiare? Se scegliamo di fare meno, ma al tempo stesso anche di fare più spesso quello che ci fa felici, allora la qualità della nostra vita verrà mantenuta. Non confondiamo la quantità con a qualità della vita.

Spesso questa è la prima domanda che ti chiedi e non c’è una risposta facile. Ma la domanda più importante è: “Come posso rendere la mia vita piena, ora che so che sono io”. Spesso, nei primi anni, i pazienti evitano di parlare apertamente del Parkinson ed evitano anche la terapia ospedaliera. Vogliamo che per il tempo che starai con noi tu ti senta un gradito ospite con il quale parleremo apertamente su come vivere una vita piena anche con il Parkinson.

L’attore Michael J Fox è in prima linea nella lotta contro il Parkinson, egli convive con il Parkinson da oltre 20 anni e nel suo libro “Le avventure di un inguaribile ottimista, Always looking up” mostra come la presa di coscienza della malattia e l’accettazione che “sì sei tu”, sono i primi passi sulla strada per ottenere una vita migliore.

Il protocollo Re.Gen. usa il metodo ACMA.

Il primo passo è quello di ACCETTARE la malattia, il  che significa accettare qualcosa che non si vuole ma, proprio come l’invecchiamento, la malattia è un dato di fatto. Accettare la malattia e non nasconderla nemmeno a noi stessi  è indispensabile per voler combatterla.

COMPRENDERE come agisce il Parkinson in noi ci rende più forti per combatterlo, così come aver riscontrato che con il nostro comportamento possiamo influenzarne la progressione e i sintomi.

Solo se accettiamo e comprendiamo possiamo essere MOTIVATI a combattere la malattia, a difenderci da lei.

Accettare, comprendere ed essere motivati ci porta quindi all’AZIONE  contro il parkinson, azione che sarà tanto più efficace quanto più avremo imparato a sovrapporre quello che dobbiamo fare con quello che ci piace fare (dobbiamo creare e mantenere dopamina attraverso la nostra felicità) .

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